
Abbiamo una concezione sbagliata del tempo che passiamo al lavoro
Quando pensiamo al tempo passato sul luogo lavoro abbiamo una concezione sbagliata. Il tempo passato alla scrivania non significa nulla. Lo stesso vale per l’orario di arrivo in ufficio e per quello di uscita. I nostri bias cognitivi ci portano lontano da questa strada. Fondamentale è smettere, in quanto l’approccio non fa assolutamente bene alle prestazioni lavorative e non aiuta chi punta a coinvolgere i propri dipendenti. Giudicare le performance di un membro del team unicamente per il tempo che passa in ufficio è fortemente riduttivo. Per capire meglio la situazione è utile dare ascoltare il TED Talk sottostante, intitolato Why Work Doesn’t Happen At Work:
Ora possiamo fare riferimento a uno studio di Christopher Barnes, assistant professor of management presso la University of Washington’s Foster School of Business, che si è concentrato sulla eventuale penalizzazione per i lavoratori che hanno la possibilità di usufruire di orari flessibili. I risultati del suo lavoro hanno portato in evidenza come, in molti casi, sia diffuso un pregiudizio su chi inizia a lavorare la mattina presto.
Tra 149 diadi dipendente – supervisore, quelle in cui il dipendente iniziava a lavorare nelle prime ore del mattino erano caratterizzate da commenti migliori da parte del supervisore. Andando più a fondo con lo studio, è stato possibile individuare come i dipendenti, invitati a dare voti a loro colleghi fittizi, tendessero a premiare quelli che lavoravano nella fascia oraria compresa tra le 7 e le 11.
Cosa possono fare i manager per cambiare questa situazione? Ecco qualche rapido consiglio.
- Consapevolezza dei propri bias: il primo modo per risolvere il problema è esserne consapevoli. Fondamentale è riconoscere di avere un pregiudizio e cercare di combatterlo.
- Valuta i membri del team in base al loro lavoro: fondamentale è anche valutare i membri del team in base alla qualità del lavoro e non basandosi sul tempo che passano alla scrivania.
- Usa degli schemi strutturati di revisione delle performance: quando hai dei criteri specifici e uno schema strutturato per misurare le performance del tuo team è molto più difficile che i bias guadagnino terreno.
Cosa pensi di questi consigli? Aspettiamo il tuo punto di vista nei commenti!