
Apprendimento personalizzato vs apprendimento adattivo
Oggi ti vogliamo invitare a immaginare il caso in cui decidi di fare un viaggio di circa 500 km. Tra le prime cose a cui pensi, c’è senza dubbio la migliore strada da fare. Probabilmente, per scoprirla, prenderai lo smartphone ed evidenzierai un percorso.
Quasi sicuramente, durante il tragitto, l’app ti reindirizzerà più volte per darti modo di seguire il percorso migliore.
Il tuo viaggio, quasi sicuramente, finirà seguendo decine di direzioni differenti e inaspettate. Quanto appena descritto è una metafora utile per inquadrare l’apprendimento adattivo. Le app che ci permettono di orientarci e viaggiare seguendo specifiche strade seguono esattamente lo schema dell‘apprendimento adattivo.
Perché l’apprendimento adattivo funziona
Ecco alcuni motivi per cui l’apprendimento adattivo funziona.
- Co-crea delle esperienze che danno spazio a percorsi di apprendimento più vicini alla persona che si forma.
- Risulta caratterizzato da una maggiore efficienza. Spiega esattamente quello che serve al discente senza perdersi a parlare di argomenti che non servono.
- Risulta particolarmente efficace in quanto ripete dei concetti fino a quando il discente non li ha imparati.
Come funziona l’apprendimento adattivo: approccio one to one
Lo psicologo statunitense Benjamin Bloom ha lavorato molto per capire il modo più efficace con cui le persone possono imparare nuove cose.
Bloom ha individuato tre modi in cui i discenti ricevono un’istruzione. Nello specifico, nei suoi lavori parla di
- Insegnamento convenzionale o stile di lezione classico: in questo caso, i discenti ascoltano e sono testati sulla base delle conoscenze acquisite tramite il materiale didattico.
- Tutoraggio: in questo caso, invece, gli studenti vengono testati durante la lezione e ricevono feedback e istruzioni specifiche fino a quando non padroneggiano il soggetto della lezione.
I risultati delle sue ricerche hanno portato alla luce delle performance migliori nel caso degli studenti inclusi nel gruppo di tutoraggio. Cosa possiamo ricavare da questi dati? Il fatto che i discenti che ricevono istruzioni personalizzate affrontano meglio i temi rispetto a quelli che, invece, apprendono in un ambiente più tradizionale.
Il problema dell’incompetenza inconscia
Un problema con il quale ci si scontra quando si mettono a punto programmi di formazione aziendale riguarda l’incompetenza inconscia.
Il caso più classico è quello del discente che inizia il percorso di formazione particolarmente risentito perché pensa di conoscere già il materiale da esaminare. Grazie all’apprendimento adattivo, è possibile affrontare al meglio il problema dell’incompetenza inconscia.
Ritorno all’apprendimento personalizzato
Altre ricerche hanno invece individuato che, quando si impara qualcosa, più passa il tempo senza utilizzare i concetti appresi, più è difficile che le conoscenze rimangano.
Mediamente, in un’aula aziendale, circa il 70% dei partecipanti dimentica quanto appreso entro 72 ore. La soluzione a tutto questo è quella di dare spazio a un’esperienza di apprendimento personalizzata, che non preveda soltanto un approccio digitale.
Un esempio? La scelta di un webinar seguito da un Q&A. Da non escludere è anche il blended learning, ossia il mix tra apprendimento digitale e lezioni dal vivo in classe.
Cosa ne pensi? Hai già provato i benefici dell’apprendimento adattivo e di quello personalizzato nei tuoi programmi di formazione aziendale?