
Le quattro fasi della produttività di un team
In che modo i grandi team sono in grado di fare la storia? Guardando ad esempi illustri come il primo team della Apple e quello della Nasa, è chiaro che, in entrambi i casi, sono stati raggiunti ottimi livelli di successo. In che modo si è arrivati a tanto? Secondo le teorie relative allo sviluppo dei gruppi, le dinamiche di squadra spingono molte persone nella media a raggiungere i massimi livelli di successo.
Group Development Theory
Il Dottor Bruce Tuckam, professore di psicologia, ha proposto per la prima volta la sua teoria in uno studio datato 1965. Per realizzarlo ha rivisto 50 opere esistenti sulla formazione dei team. Da quel corpus, ha sintetizzato quattro fasi fondamentali per la creazione di un team.
Da questo sudio sono nati i Tuckam’s Stages, dei modelli aventi l’obiettivo di aiutare chi gestiva i progetti a capire in che modo i membri del team stessero interagendo tra loro. Uno dei risultati di questo lavoro ha portato in luce che le persone, quando lavorano, si approcciano alle task sulla base delle relazioni che hanno con i colleghi.
Le fasi scoperte da Tuckam aiutano, non c’è dubbio, ma non bisogna dimenticare che il processo di sviluppo dei team e la chiave che li porta a mettere in campo la produttività non è affatto lineare.
Bisogna infatti tenere presente che ogni gruppo è formato da persone con esperienze e inclinazioni differenti. Il modello di Tuckam deve quindi essere considerato come una guida e non come uno strumento per incasellare i membri del proprio team. Detto questo non resta che entrare nel vivo delle quattro fasi.
Formare una vera squadra
Nei primi giorni di un nuovo lavoro, la fase di formazione del lavoro di squadra è tutto fatta di prime riunioni e prime impressioni. In questa fase, la squadra non pensa certo alla produttività, ma è essenzialmente un insieme di individui che continuano a pensare al ruolo che ricopriranno. Ogni persona si sta muovendo tenendo conto di obiettivi e punti di vista squisitamente personali.
Dal momento che ognuno si trova sulla propria isola, è il leader a dover dare una direzione e a dipingere un’immagine del lavoro da fare assieme. Si discutono le opportunità e le sfide e si definiscono gli obiettivi. Non si pensa solo al business. Si lavora sulle connessioni reciproche, eliminando gli atteggiamenti individualistici e portando le persone a rapportarsi meglio con coloro con cui condividono interessi.
Storming
Durante la fase di formazione, i membri dei vari team si comportano in modo diverso. Questa situazione può potenzialmente creare conflitto tra i piccoli gruppi che si sono formati. Gli individui più assertivi cercheranno d’imporsi sugli altri definendo delle regole. Questo può portare a mettere in discussione la leadership. Può capitare, in questa fase, che sulle modalità per raggiungere l’obiettivo identificato emergano diverse posizioni.
Periodo normativo
Dopo la risoluzione dei conflitti che caratterizzano normalmente la fase di storming, il team comincia a concentrarsi sull’attività e sulla produttività piuttosto che sulla personalità. In questa fase il team inizia a diventare un’unità coesa, una squadra capace di essere più grande e performante della somma tra le due parti.
Performing
La fase dellla produttività vede il team lavorare a tutti gli effetti come un’unità coesa. Ecco alcune caratteristiche che si possono osservare nei team che attraversano questa fase:
- Le norme sono state accettate e le persone si sentono a loro agio quando devono scambiare idee e sfidare lo status quo per creare qualcosa di nuovo.
- I membri del team hanno un’idea chiara di come possono contribuire alle esigenze del gruppo.
- I membri del team sono interdipendenti.
In poche parole, quando è positiva la dinamica del gruppo è positiva anche la produttività. Sei d’accordo? Cosa pensi di questi punti? Di’ pure la tua nei commenti!