
L’importanza di automatizzare il lavoro e non le persone
Il lavoro continua a essere standardizzato e automatizzato. Si tratta di una conseguenza naturale, di un processo che, però, non deve mettere in secondo piano il valore delle persone, della loro creatività e della passione che mettono nell’esercizio della propria professione.
Per capire quanto è importante fare attenzione a non automatizzare le persone ma limitarsi ai processi di lavoro è bene considerare un esempio molto celebre: quello della fattoria a conduzione familiare.
In un contesto di questo tipo è possibile vedere quanto l’automatizzazione del lavoro sia fondamentale, ma anche che, senza creatività e senza una cura personale dedicata per esempio ai capi di bestiame, è impossibile parlare di un processo di lavoro davvero efficace.
Qual è il vero valore di una persona che si occupa di gestire con passione e creatività una fattoria di famiglia? La conoscenza del sistema e il fatto di non essere un ingranaggio interno ad esso. Per questo motivo, negli ultimi anni, i processi di ottimizzazione delle performance si sono concentrati soprattutto sulla ricerca di metodi utili a capire quanto lavoro routinario svolge ogni giorno il dipendente di un’azienda.
Se si parla di una percentuale superiore alla metà, con conseguente sacrificio di creatività e personalizzazione dell’attività, vuol dire che qualcosa non sta andando per il verso giusto e che è necessario mettere in primo piano la flessibilità e aprirsi al cambiamento.
Solo così è possibile guardare avanti ed evitare che la standardizzazione del lavoro cancelli la creatività e la passione, veri e propri fondamenti di qualsiasi successo professionale, sia esso personale o relativo alle performance di un’intera azienda.
Per concretizzare il cambiamento bisogna fare quel salto di qualità che permette di mettere al centro le persone. Non sono forse loro il motore di qualsiasi progetto di business e la risorsa fondamentale per le organizzazioni, a prescindere dal settore in cui operano?