
Lavoro in remoto: cinque segreti per il successo
Il lavoro in remoto è una realtà che ha cambiato notevolmente il nostro modo di vivere. In alcuni casi, lo ha fatto in meglio. Da quando esiste ed è quotidianità, è stata riscritta la cultura aziendale da parte di persone che lavorano in pantofole da casa propria. Risulta ancora in fase di test – con risultati sia negativi sia positivi – un appoccio alla produttività che prende in esame le performance di team distribuiti in tutto il mondo. In poche parole: stiamo imparando a vivere il lavoro in remoto.
Ecco perché, se hai intenzione di introdurre il lavoro in remoto nella tua azienda, dovresti prendere in considerazione alcune lezioni che possono aiutare a raggiungere il successo.
Fai interagire il tuo team con dei lavoratori in remoto
Se nella tua realtà nessun membro del team ha mai lavorato in remoto, un consiglio utile per il successo dei progetti futuri consiste nel favorire l’interazione diretta con remote workers. Secondo quanto riportato dallo State of Remote Work 2018 Report di Buffer, questa scelta può rappresentare un ottimo incoraggiamento per chi deve cominciare!
Considera anche gli ostacoli
Pensare di introdurre il lavoro in remoto in azienda può rivelarsi un’ottima scelta (qui qualche esempio di successo), ma è bene prendere in considerazione anche gli ostacoli con i quali i membri del team si scontreranno.
Tra questi, è il caso di ricordare alcuni luoghi comuni pericolosi, come per esempio il pensiero di potersi rilassare guardando Netflix tutto il giorno. Questo può rivelarsi un vero e proprio boomerang per l’immagine del lavoratore in remoto e, di conseguenza, anche dell’azienda a cui è legato.
Aiuta i membri del tuo team a essere realistici
Questo consiglio si collega direttamente a quello precedente. Se vuoi che i tuoi progetti di remote working abbiano successo, devi aiutare i membri del tuo team a essere realistici. Ciò significa riconoscere che il lavoro in remoto ha momenti molto difficili, di solitudine e di difficoltà nel comunicare. Trascurare questi aspetti è molto rischioso e può portare i membri del team che lavorano in remoto a sviluppare la sindrome dell’impostore, una condizione psicologica che rende difficoltosa l’interiorizzazione dei propri successi.
Utile a tal proposito è ottimizzare il flusso di lavoro con un tooldi project management come Trello e Asana, senza dimenticare la fluidità che può portare il ricorso alla suite di Google.
Mantieni alta la qualità della cultura aziendale
Quando si condividono degli spazi fisici, è molto facile lavorare sulla cultura aziendale. Ottenere risultati da questo punto di vista è meno immediato quando si ha a che fare con persone che lavorano in remoto. Si può comunque fare qualcosa, organizzando per esempio degli eventi aziendali ogni mese in diversi luoghi del mondo.
Non c’è che dire: il lavoro in remoto sta prendendo sempre più piede, scardinando lo schema 9.00 – 17.00 in ufficio che per tanto tempo ha fatto parte del nostro orizzonte quotidiano. Documenti come lo State of Remote Work di Buffer possono aiutare tantissimo le aziende a questo proposito, in quanto forniscono informazioni su quello che i lavoratori vogliono davvero quando operano in remoto.